I 5 principali fattori di rischio che portano all’osteoporosi*

Previeni i dolori della vecchiaia

Una delle malattie più diffuse tra le persone anziane è l’osteoporosi. Si tratta di una condizione che porta lo scheletro a perdere resistenza e massa ossea a causa di fattori nutrizionali, metabolici o patologici. Ciò determina la diminuzione della densità delle ossa e un cambiamento della loro microarchitettura che porta a una maggiore predisposizione a fratture.

Esistono alcuni fattori di rischio che aumentano la probabilità che la malattia insorga. Se dovessi accorgerti di possederne alcuni, non ti preoccupare: non significa avere la certezza che si sviluppi. D’altro canto, non avere neanche un requisito tra quelli che stai per leggere, non ti mette completamente al sicuro.

Ecco le caratteristiche più comuni di chi si ammala di osteoporosi. 

1) Donne. L’osteoporosi interessa soprattutto le donne: l’80% per cento di coloro che ne soffrono è di sesso femminile. Le donne hanno un apparato scheletrico meno robusto di quello degli uomini e inoltre lo scheletro femminile tende a impoverirsi di minerali dopo la menopausa. Gli estrogeni, infatti, hanno un ruolo molto importante nella regolazione della quantità di calcio presente nelle ossa. La loro riduzione determina un abbassamento della presenza di calcio e il risultato è una struttura più porosa e fragile.

2) Età. Anche l’età rappresenta un fattore di rischio per entrambi i sessi. Le donne vivono in media più a lungo degli uomini, quindi perdono minerali delle ossa per un maggior numero di anni. Per tutti, comunque, avviene una lenta riduzione della massa ossea, che non viene annunciata dà nessun sintomo o dolore. Se questa perdita non è riconosciuta in tempo attraverso esami specifici, si possono rischiare delle fratture a seguito di episodi banali, come piccoli traumi o cadute.

3) Taglia ridotta. Le persone più minute corrono maggiori rischi perché hanno una struttura più esile e, di conseguenza, un’inferiore massa ossea.

4) Europei, nordamericani e asiatici. Statisticamente la malattia si sviluppa in modo più frequente tra le popolazioni caucasiche – europei, nordamericani e asiatici – mentre ha un impatto meno incisivo presso gli ispanici e gli africani

5) Storia familiare. Una maggiore probabilità di insorgenza si ha nelle persone con episodi di osteoporosi in famiglia. Ereditiamo infatti non solo i tratti somatici, come il colore degli occhi, dei capelli o la forma del naso e della bocca, ma anche la nostra struttura ossea. Il 60% della massa dello scheletro dipende proprio dall’eredità genetica. Lo sviluppo del restante 40%, invece, è collegato alle nostre abitudini di vita

6) Stile di vita. Esistono alcune abitudini negative che possono aumentare il rischio di insorgenza della malattia, per esempio il fumo: la nicotina interferisce con l’attività degli osteoblasti, le cellule che si occupano del rinnovamento costante dell’apparato scheletrico. Un altro vizio dannoso è l’abuso di alcool che riduce l’assorbimento intestinale di calcio e inibisce la formazione delle ossa. Anche l’eccesso di caffè, infine, può causare dei problemi: aumenta le perdite di calcio attraverso le urine e ne riduce la capacità di assorbimento da parte dell’intestino.

Per certificare la diagnosi è necessario un accurato esame clinico. In caso di presenza della malattia, sarà necessario correggere la dieta per introdurre alimenti a base di calcio, magnesio, manganese, rame e fosforo.

*Materiale informativo non soggetto ad autorizzazione ministeriale

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